Backlogs & Remote Working

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Il primo mese del 2020 si è chiuso ieri alle nostre spalle. E’ stato un mese strano, di cambiamento e di tante novità. Prima tra tutte dal punto di vista lavorativo c’è stato il cambio di modalità. In che senso? Andiamo per ordine.

Verso la fine del 2019 mi ero dato un punto fisso: nel 2020 voglio un lavoro full (o quasi) da remoto per riprendermi i miei spazi evitando di buttare ore ed ore di viaggio!

Dirlo è stato facile, attuarlo un attimo di meno in quanto ho visto molto di diffuso il concetto: se non sei qua a lavorare, vuol dire che a casa fai poco o nulla perché non sei controllato.

Bravi, ottima filosofa peccato sia totalmente sbagliata almeno dal mio punto di vista e questo mese è stata la prova.

Rientrati dalle ferie ad inizio del mese abbiamo fatto il primo kick-off annuale ed è stato pianificato il backlog del mese su vsts. Quando l’ho visto mi ha preso male perché era pieno di cose da fare e come “riscaldamento” non era per nulla soft.

Cos’è successo in questo mese?

  1. Le attività si sono chiuse una via l’altra in serentià

  2. La gestione degli orari partendo dallo stand-up mattutino come punto fisso è stata ottima

  3. In casa si è molto più sereni riuscendoci a vedere praticamente da poche ore al giorno (cena e mezzo film) a tutta la giornata pur lavorando entrambi

  4. Ho ripreso a correre quanto e come piace a me senza dovermi alzare alle QUATTRO del mattino (si, avete letto bene) per essere puntuale dal cliente. Non a caso -verso lo scorso novembre- avevo fatto una sorta di patto con me stesso: se per il 2020 riesco a trovare un posto di lavoro vicino a casa o con prevalenza da casa mi iscrivo alla 100km del Passatore! Considerate che in quel momento erano 18 mesi che nemmeno correvo una Maratona. Ogni promessa è debito e la sera stessa della firma del contratto mi sono iscritto.

Ora veniamo al punto veramente saliente: Cos’è successo in questo mese dal punto di vista dello sviluppo?

  1. Ironico a dirsi, ma a me sembra di non avere fatto moltissimo

  2. Le (infinite) attività sul backlogs sono state chiuse completate

  3. Sono riuscito a correre 270km senza sacrificarmi ad orari assurdi e questo ha avuto un impatto notevole dal punto di vista della programmazione facendomi staccare la mente per la durata dell’allenamento e dandomi anche “visioni diverse” del problema o bug per poi risolverlo al rientro.

  4. La sera non ho più l’ansia di dire “ca**o il treno, devo spegnere e scappare” e questo mi ha portato a fare (senza nemmeno rendermene conto) delle attività extra rispetto al canonico orario di ufficio

  5. Ho avuto tempo per me dal punto di vista professionale riuscendo a studiare (grazie e-learning di linkedin premium) argomenti che altrimenti non avrei affrontato e questo mi hanno permesso di crescere

Ora arriviamo la punto cruciale. L’altro giorno parlavo col mio collega e sono uscito con la frase

Questo mese mi sembra di avere sviluppato poco rispetto al solito

La sua replica è stata secca e diretta

Lo hai visto il backlog e quante attività hai/abbiamo mosso? Lo reputi poco?

No, non lo reputo poco. Però una cosa la voglio dire: non mi sono pesate!

Il perché è presto detto

  • sono riposato

  • ho più energie per me

  • niente stress per colpa di trem***a ed i suoi treni in ritardo ammesso che non si auto annullino per motivi assurdi

  • Mangio*, mi svago, corro e dormo molto più in serenità (*anche perché chi mi conosce personalmente ha idea dei problemi a tema che ho avuto negli anni precedenti e stare fuori non è sempre facile)

Ora mi vengano ancora a dire che il lavorare da remoto è contro producente per una società. Indipendentemente da tutto, ora che so di potere lavorare in questa modalità (e lo sapevo già di mio in quanto sono responsabile e se devo fare le cose le faccio anche senza il baby sitter avvoltoio di controllo) e la difenderò sino a quando campo cercando di evitare come la peste il concetto di ufficio.

Lavorare da casa non vuol dire essere in ferie e/o farsi prevalentemente i c***i propri.

Lavorare da casa vuol dire lavorare.

Cambia il luogo, la modalità, ma NON cambia il dovere fare le cose.

Purtroppo viviamo in uno stato con una mentalità dove si parte dal presupposto “mi vogliono fregare” e questo non agevola le cose. Abbiamo (=o meglio avete) una cultura sbagliata alla base di tutto e viviamo in un terzo mondo dove conta l’apparenza e non la sostanza.

In conclusione vi chiederei un parere/feedback sulla vostra esperienza a tema se avete avuto modo (oppure no) di farla.

Buon sabato a tutti!